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Didattica del basso elettrico a cura del M° Gaetano Ferrara

Effetti e multieffetti digitali a rack

È la scelta del professionista tecnologico, qui il portafoglio piange, ma la qualità è assicurata (non mancano comunque approcci al sistema a rack più economici). Abbiamo già visto le caratteristiche di un sistema di amplificazione a rack: è questo il contesto migliore dove inserire un processore digitale multieffetto di questo tipo.
Naturalmente possiamo trovare anche processori digitali a rack dedicati a un singolo effetto, tipo riverbero, delay o compressore.
Per l’utilizzo dal vivo il modulo multieffetto necessita di una pedaliera aggiuntiva midi per poter richiamare i suoni programmati.

PRO

  • Più o meno gli stessi delle pedaliere digitali (a parte l’economicità) con in più la pos-
    sibiltà di poter programmare direttamente attraverso il computer i vari parametri e le combinazioni dei suoni.
  • Qualità dei suoni.
  • Possibilità di usare gli effetti in modalità stereo.

CONTRO

  • Costo. Devi comprare il multieffetto, la pedaliera midi, il cavo midi, il flight case, la
    qualità si paga, bisogna dire però che se usi una grande quantità di pedali singoli ottimi, con un modulo a rack alla fine si può anche risparmiare.
  • Qui la complessità aumenta ancora, bisogna essere preparati a livello di gestione della
    tecnologia e in particolare del linguaggio midi.
MULTIEFFETTO A RACK EVENTIDE ECLIPSE 4.0

MULTIEFFETTO A RACK EVENTIDE ECLIPSE 4.0

Esiste un’ampia discussione sui vantaggi e gli svantaggi di queste tipologie di utilizzo degli effetti, come in tutti i campi ancora una volta solo la ricerca e l’esperienza potrà dare delle vere risposte alle vostre domande. Detto questo ecco alcune utili indicazioni:

  1. Che sia pedaliera o effetto singolo, se volete la qualità dovete spendere. Lapalissianamente: con un multieffetto di bassa qualità avrete molti effetti che produrranno suoni mediocri, con un pedale singolo buono avrete un solo ottimo effetto, con una super pedaliera costosa o un mega rack multieffetto avrete molti effetti buoni, la qualità ha un prezzo.
  2. Avere le idee chiare. È fondamentale capire quale effetto volete, perché lo volete e se davvero vi è così necessario. Considerate che dopo due minuti di wha o distorsore sul basso potreste già esserne stanchi. Un’idea per esplorare il mondo degli effetti potrebbe essere quella di cominciare con una pedaliera economica, tanto per capire le sensazioni che provate quando inserite un particolare effetto o combinazione di effetti, una volta capito quale effetto fa per voi potete cominciare a provare qualche pedalino. Se invece siete proprio innamorati di un certo suono, magari col desiderio di emulare il vostro bassista preferito, allora è consigliabile prendere un pedale singolo mirato buono (naturalmente prima vanno provati possibilmente con la vostra strumentazione).
  3. Considerate la vostra personalità e preparazione tecnica, gli effetti a pedale singoli sono più facili da impostare e il loro utilizzo è più intuitivo, programmare un multieffetto digitale richiede invece pazienza e conoscenza precisa di tutti i parametri in gioco.
    Ad esempio se vi piace elaborare e memorizzare combinazioni di suoni ed effetti, se non amate portarvi dietro pesi in più e avete una mentalità matematica e informatica, un multieffetto a rack o anche una pedaliera buona può essere una soluzione. Se invece puntate su pochi effetti fatti bene, vi piace improvvisare e cambiare i parametri al volo, ecco che i pedali singoli sono la scelta che fa per voi.
  4. Il basso generalmente non utilizza una grande quantità di effetti, il suono pulito è spesso il più apprezzato, non è come la chitarra elettrica che istituzionalmente deve produrre dei suoni che vanno trattati con degli effetti (un esempio per tutti l’assolo distorto). La natura del nostro strumento è quella di stare nell’ombra e fornire le fondamenta per tenere in piedi l’edificio musicale, gli effetti invece tendono generalmente a mettere in risalto il suono che hanno modificato, facendolo brillare e rendendolo protagonista. Quindi un bassista classico non ha in realtà un grande bisogno di approfondire questo aspetto, dovrà piuttosto curare il suo suono, attraverso gli elementi basilari basso/amplificatore/casse, dandogli la giusta profonda rotondità (potrebbe però per esempio essere utile un compressore).
    Fatte queste considerazioni, per chi invece, grazie all’ausilio della tecnologia, ha voglia di ricercare e sperimentare nuove timbriche sonore, è arrivato il momento di entrare nel meraviglioso mondo degli effetti.
UN BASSISTA TECNOLOGICO: CHRIS WOLSTENHOLME DEI MUSE

UN BASSISTA TECNOLOGICO: CHRIS WOLSTENHOLME DEI MUSE

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