Fender Jazz (1960)
Altro grande caposaldo della liuteria bassistica, il Fender Jazz ha avuto un impatto paragonabile solo al Fender Precision di cui è un’ulteriore evoluzione. Ancora una volta la rivoluzione principale riguardava i pickup (punto nevralgico), il Fender Jazz montava infatti due pickup, destinati a diventare un ulteriore imitatissimo standard, cablati tra loro in modo da evitare i rumori elettrici. Come la successiva configurazione P/J, questo accoppiamento assicurava una maggiore varietà timbrica.
Le altre differenze rispetto al Precision erano una tastiera più stretta e un manico più proporzionato, una certa asimmetria del corpo, la possibilità di accedere allo scasso contenente i potenziometri e l’output jack senza smontare tutto il battipenna.
Vediamone anche un modello con le placche che coprono il ponte e i pickup (che molti bassisti rimuovevano), da notare i tipici segnatasti rettangolari introdotti nel ‘66.
Un’interessante variante del Fender Jazz è costituita dal modello firmato da Marcus Miller nel 1977, con elettronica attiva e un ponte più massiccio (Badass II).
Naturalmente questo modello della Fender è, insieme al Precision, tra i più imitati, soprattutto per quel che riguarda la configurazione con i due pickup single coil. Ecco alcuni modelli ispirati al Fender Jazz.