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Didattica del basso elettrico a cura del M° Gaetano Ferrara

AUTO-WHA/ENVELOPE FILTER

Come si evince dal nome stesso è un effetto che riproduce automaticamente, senza quindi l’utilizzo di un pedale di espressione, le sonorità del wha-wha. In realtà la situazione è più complessa, con il termine auto-wha si possono descrivere due dispositivi diversi.
Il primo, detto anche touch wah, è il vero e proprio envelope filter (filtro d’inviluppo: l’inviluppo è la forma che descrive l’andamento temporale dell’onda sonora con le sue caratteristiche fasi fondamentali di attacco/Attack, decadimento/Decay, mantenimento/Sustain e estinzione/Release ovvero ADSR) costituito essenzialmente da un envelope follower (EF, un circuito che risponde all’intensità del segnale in entrata, è sensibile cioè alle variazioni di picco), che invia le informazioni delle variazioni di ampiezza dell’onda (dell’inviluppo) al nostro peaking filter, tipico del wha. A seconda della dinamica del tocco sulle corde (quanto forte o piano si pizzicano o plettrano le corde) il picco della campana si sposta tra le frequenze realizzando l’effetto wha al posto del pedale. Il parametro della sensibilità (sensitivity) determinerà il grado di reazione al vostro input da parte del circuito. La maggior parte degli auto-wha appartengono a questa categoria a partire dal capostipite, il mitico Mu-Tron III, prodotto per la prima volta nel 1972, a cui sono legate le performance al basso di Bootsy Collins e quella al clavinet di Stevie Wonder in Higher Ground; al DOD FX25 apprezzato da Bill Laswell e Flea; fino ad arrivare al compatto MXR M82 Bass Envelope.

STEVIE WONDER & MUSITRONICS MU-TRON III

STEVIE WONDER & MUSITRONICS MU-TRON III

Nel secondo caso invece al posto dell’envelope follower abbiamo l’oscillatore a bassa frequenza (LFO: Low Frequency Oscillator), un circuito che genera cicliche variazioni dell’ampiezza dell’onda che, sempre in combinazione con il peaking filter, realizzerà automaticamente il solito spostamento del picco tra le frequenze nel registro medio.
L’auto-wha è un tipico effetto di confine, nel senso che è vero che il filtro equalizzativo svolge un ruolo decisivo (e quindi rientra nella categoria effetti EQ/filtri), è vero anche che il parametro su cui agisce sono le variazioni di intensità delle frequenze (e quindi appartiene alla categoria più grande degli effetti di dinamica), ma è altrettanto significativa la presenza di dispositivi come l’envelope follower (EF) e, soprattutto, l’oscillatore a basse frequenze (LFO) che collocano questo effetto nella complessa famiglia degli effetti di modulazione e di sintesi.
Altre belle linee di basso bagnate di auto-wha si possono trovare in grande quantità nei brani dei Red Hot Chili Peppers come Falling Into Grace, Coffee Shop, 21st Century o in quelle degli Infectious Grooves come What Goes Up. Da segnalare anche il sorprendente funk di Snip Snap con al basso l’italiano Fabio Pignatelli dei terrorizzanti Goblin.

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