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Didattica del basso elettrico a cura del M° Gaetano Ferrara

LESLIE SPEAKER

Detto anche Leslie rotary speaker (ma che esordì con il nome di Vibratone), è l’archetipo sonoro (elettro-meccanico) di tutti gli effetti di modulazione.
Creato intorno al 1939 da Don Leslie è un sistema di amplificazione e riproduzione audio (praticamente un combo) in cui il segnale viene splittato (diviso) mediante un filtro crossover e convogliato verso degli altoparlanti (speaker) rotanti, uno dedicato ai bassi (woofer) e uno agli alti (tweeter); in questo modo viene prodotto una specie di effetto doppler controllato (quella variazione di tono che si verifica quando un suono viene emesso da una fonte in movimento, ad esempio il fischio di un treno o la sirena dell’ambulanza).
A seconda delle combinazioni e delle velocità dei due rotori, il segnale originale viene modulato nella fase, nella frequenza e nell’ampiezza creando un particolare effetto di vibrato/tremolo/phasing/chorus.

INTERNO DEL CABINET DEL LESLIE ROTARY SPEAKER (immagine realizzata da Simone Buralli)

INTERNO DEL CABINET DEL LESLIE ROTARY SPEAKER (immagine realizzata da Simone Buralli)

Da sempre associato agli organi Hammond (anche se la Leslie e la Hammond erano all’inizio due aziende rivali e il loro matrimonio fu sempre osteggiato dal geniale inventore e produttore di organi Laurens Hammond), il suono degli altoparlanti Leslie ha segnato la storia dell’organo elettrico a partire dalle prove di un grande jazzista come Jimmy Smith, per continuare nel pop con brani come House Of The Rising Sun, A Whiter Shade Of Pale o Born To Be Wild (ma la lista è praticamente infinita) e in gruppi come Booker T. & The MG’s, The Spencer Davis Group, Vanilla Fudge, Deep Purple, Emerson, Lake & Palmer, Santana, Yes, Boston, etc., etc.
Nel 1965 Donald Leslie decise di vendere la sua compagnia alla CBS che nello stesso anno aveva acquistato anche la Fender (quell’anno la CBS aveva deciso di investire nel campo della strumentazione musicale a 360 gradi acquisendo anche la Rogers per le batterie e la Steinway per i pianoforti). Il matrimonio officiato dalla CBS tra Fender e Leslie portò alla nascita nel 1967 del Fender Vibratone, una cassa (senza amplificatore)dotata degli speaker rotanti pensata per i chitarristi.
Tra gli esempi più famosi di uso di un Leslie speaker per chitarra elettrica abbiamo il solo di Little Wing di Jimi Hendrix; il sound Leslie contribuisce alla psichedelia anche nel ritornello di Lucy In The Sky With Diamonds, George Harrison fu infatti un seguace di questo movimentato colore sonoro come si può avvertire chiaramente nel solo della versione single di Let It Be (ma anche nell’organo di un suo brano, Long, Long, Long, tratto dal White Album); la fascinazione per il Leslie supera i Sessanta per approdare a classici dei Settanta di gruppi come i Led Zeppelin e i Pink Floyd; infiniti potrebbero essere gli esempi dell’attrazione irresistibile tra il Leslie e la chitarra, ma mi dispiacerebbe non citare in coda un caso di un’acustica 12 corde con Leslie come Hotel California.
Basso elettrico con Leslie speaker? L’esempio più celebre rimane la pesante, bluesy e distorta linea di Heartbreaker, eseguita da John Paul Jones, che d’altra parte aveva nei Led Zeppelin anche le funzioni di tastierista, e quindi organista, e dunque conosceva bene l’effetto Leslie.

Tutti gli effetti di modulazione, che sono apparsi dalla seconda metà degli anni Sessanta, a partire dal mitico Uni-Vibe per finire con il RotoVibe della Dunlop, sono stati un tentativo di replicare, in forma portatile ed economica, il meraviglioso vorticoso suono del Leslie speaker cabinet. I pedali di modulazione che si sono di conseguenza sviluppati hanno però preso delle specifiche caratteristiche tecniche e sonore e sono conosciuti come phaser, flanger, chorus o ovvero qualcosa che non corrisponde mai esattamente all’effetto prodotto dai Leslie speaker. Ultimamente con lo sviluppo della tecnologia digitale sono apparsi sul mercato stompbox, pensati soprattutto per la chitarra elettrica (ma non solo), che promettono di simulare, a livello virtuale, specificatamente le caratteristiche del Leslie (velocità di rotazione degli speaker, il modello del cabinet, la saturazione delle valvole del pre, la posizione di un microfono virtuale).
Prodotti direttamente dalla Hammond, che finalmente nel 1980 aveva acquisito il marchio Leslie dalla CBS (la Hammond a sua volta è stata poi comprata nel 1992 dalla giapponese Suzuki), il Leslie G Pedal e il Leslie Cream Pedal promettono una certa aderenza al suono originale. Non mancano modelli di altre case che cercano di riprodurre economicamente il famoso suono, come ad esempio il Lex rotary della Strymon o l’Electro Harmonix Lester G (o K) Deluxe Rotary Speaker.
Per chi invece non si accontentasse di una simulazione, la Hammond produce ancora oggi i Leslie rotary speaker, disponibili in più tipologie, esiste addirittura una versione ibrida più economica, il Leslie 2101mk2, in cui avete solo il mezzo cabinet superiore con le trombe rotanti, mentre l’effetto su i woofer viene simulato digitalmente.

HAMMOND LESLIE G PEDAL

HAMMOND LESLIE G PEDAL

STRYMON LEX ROTARY

STRYMON LEX ROTARY

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